lunedì 18 agosto 2014

ALFANO, RENZI ... CHE DITE, NON VI SEMBRA UN PO' TROPPO?

COMUNE IN BANCAROTTA PER MANTENERE I CLANDESTINI NEGLI HOTELS

L’incredibile storia del Comune a rischio default per pagare la villeggiatura ai clandestini


Il sindaco di Forni Avoltri [UD] scrive al ministro Alfano: non possiamo saldare. Chiesti 80 euro al giorno per ciascuno dei 7 ragazzi. Ma l’ente non ha soldi.

Ad aprile hanno dato ospitalità ad alcuni clandestini sbarcati sulle coste italiane, a giugno ne hanno accolti altri.

Per un Comune come quello di Forni Avoltri con 600 abitanti, è stato un gesto di demenza pura. Che stanno pagando.

A distanza di tre mesi da quegli arrivi, sono arrivate le prime fatture per il mantenimento di alcuni minori.

E se per il mantenimento degli adulti ci vogliono dai 35 ai 45 euro al giorno, per i minori ci vogliono 80 euro a testa giornalieri. Perché i ‘minorenni’ hanno bisogno dei soldi della discoteca e del cinema.

La prima fattura di 10.080 si riferisce ai mesi di aprile e maggio. In tutto saranno almeno 25 mila euro.

Ora il Comune che Al Fano definirebbe “campione del mondo”, è vicino alla bancarotta, e il sindaco Clara Vidale ha preso carta e penna e ha scritto alla Questura, al Commissariato di Tolmezzo, alla Prefettura e al ministro dell’Interno chiedendo un intervento immediato.

«Noi non possiamo accollarci le spese per quei minori – spiega la Vidale – non capisco perché li abbiano affidati a noi, fra l’altro con una decisione che è arrivata dopo che i ragazzi erano stati trasferiti altrove.

Come faremo a pagare 80 euro a testa per ciascuno di loro fino alla maggiore età?». Dovevi pensarci prima di fare la splendida.

Ripercorriamo le tappe di questa demenziale situazione che potremmo benissimo moltiplicare per molti Comuni italiani.

Il 13 aprile scorso, l’arrivo di una cinquantina di richiedenti asilo provenienti da Mali, Nigeria, Ghana, Senegal, Gambia e Costa D’Avorio, nessuno dei quali proveniente da paesi in guerra, ma tutti inviati a spese nostre al villaggio turistico della Getur di Piani di Luzza.

A distanza di due settimane, altri 25 clandestini in fuga vengono trasferiti sempre nella stesa struttura in comune di Forni Avoltri. L’ultimo arrivo risale all’11 giugno scorso, per una ventina di maliani che sono stati alloggiati in un albergo a Collina.

E’ un business.

Che paghino i Comuni o che paghi lo Stato, a pagare siamo sempre noi. Che andremo in bancarotta per mantenere clandestini nei villaggi turistici e negli hotel.

Tutto, per la smania umanitarista e masochista delle “due simone”, Renzi e Al Fano. Campioni del mondo.
(Fonte)


Mare Nostrum porta l’Africa in Europa: scontri a Calais, governo francese furioso con Renzi 


Decine, forse centinaia di migliaia i clandestini che bivaccano da settimane come truppe d’occupazione nella cittadina francese di Calais, punto di sbocco per raggiungere la GB.
Come un’orda di barbari si scontran a ondate con la polizia perché vogliono raggiungere l’Inghilterra: dove c’è il welfare più generoso di tutta Europa. Perché questi, di lavorare, non hanno alcuna intenzione.

La cittadina è ormai circondata da baraccopoli di africani e asiatici, come un decennio fa, prima che il trionfo di Le Pen al primo turno costringesse la Republique a sgomberare la zona.
E queste migliaia di clandestini sono stati portati in Europa dai collaborazionisti della Marina Militare italiana.

Per questo, il governo francese è furioso che quello italiano, ed è pronto a sbarrare il confine con l’Italia a Ventimiglia. Per evitare l’afflusso di migliaia di clandestini raccattati da Renzi e Al Fano in tutto il Mediterraneo.

Per la maggior parte, vengono da Sudan, Afghanistan, Ciad,  Pakistan ed Eritrea – tutti Paesi dove non c’è la guerra, tutti gentilmente traghettati in Europa dall’operazione Mare Nostrum.
La cittadina è nel caos, gli abitanti sono esasperati. I camionisti che fanno la spola tra la Francia e il Regno Unito vengono presi d’assalto da africani e pakistani che vogliono passare dall’altra parte. «Saltano su – ha raccontato un autista di Tir – vorrebbero nascondersi sotto i teloni, nei container, ovunque, e se li becchiamo offrono soldi: quattrocento, seicento, mille euro a testa per passare dall’altra parte. Qui è il caos». I famosi ‘poveri’.

Quotidiani anche gli scontri tra immigrati africani di diverse etnie. Il più recente tra sud-sudanesi ed eritrei. Stiamo importando anche le faide etniche africane.
A centinaia invece, tentano la traversata – meglio sarebbe dire invasione – lungo i binari dell’Eurotunnel sottomarino.

Gli scontri tra polizia francese e orde di africani sono quotidiani. Qui votano tutti Marine Le Pen, sanno che lei è l’unica speranza.

«Di notte le luci rosse e verdi del porto mandano i loro segnali mentre fili di fumo giallo escono dai camini delle fabbriche spettrali attorno al porto. Figure sfuggenti con i cappucci scuri si aggirano nell’oscurità nella zona dei camion e all’improvviso, rischiarate da un flash di luce, si precipitano nella terra di nessuno e tentano di arrampicarsi lungo le recinzioni». Scrive il Telegraph in un reportage.

Un elettricista eritreo (non hanno bisogno di elettricisti ad Asmara?) ha raccontato al Daily Telegraph di avere pagato 1.000 dollari per essere trasportato in macchina fino in Libia attraverso il Sudan con moglie e la figlia.
Prosegue nella intervista. «Poi altri milleseicento a testa per raggiungere l’Italia con una barca».

Questa famiglia di ‘profughi’ aveva da spendere 4.200 euro per un viaggio in Francia. Quanti di voi ce l’hanno?
Non sono i poveri ad emigrare, sono le classi medio-alte di quei paesi. In cerca del welfare europeo: che distruggeranno con il loro parassitismo.

Dice un ufficiale della polizia francese: «L’Europa deve capire cosa sta avvenendo qui. Non è fisicamente possibile controllare tutto e tutti. Si va verso l’anarchia e l’anarchia può distruggere, insieme al fanatismo religioso, tutta l’impalcatura della nostra società»

Ma le “due simone” della politica, Renzi e Al Fano, sono al governo per creare anarchia. Il loro scopo, o di quelli che al governo li hanno messi, è destrutturare la società con l’immissione di centinaia di migliaia di africani.

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