giovedì 18 dicembre 2014

Il pizzo dei farmacisti





Lettera aperta al presidente ENPAF, ente nazionale previdenza assistenza farmacisti, dott. Emilio Croce




Trieste, 18 dicembre 2014
Egregio presidente Emilio Croce
Sono una farmacista iscritta all'Ordine di Trieste dal 2001. 
Fin dall'inizio della mia “carriera”, avvenuta nel maggio 2001 come dipendente a contratto a tempo determinato, ho dovuto obbligatoriamente, per regolamento, pagare i contributi, oltre all'Inps anche all'Enpaf. 
Per quanto riguarda l’Enpaf siamo gli unici in Europa a dover pagare l’obolo per una pensione integrativa obbligatoria.

Il mio percorso lavorativo ha continuato ad essere a tempo determinato. Un tempo scandito dal vostro regolamento che disciplina il nostro lavoro al ritmo di “6 mesi e un giorno”.

Io rientro, essendomi iscritta prima del 2004, in quella categoria di farmacisti che possono chiedere la riduzione massima dell'85 per cento, che secondo la quota 2014, significa 710 euro annuali.

Ebbene, questi soldi, in proporzione al nostro stipendio, sono troppi, per non parlar e dei disoccupati, soprattutto per un’integrazione pensionistica, che la maggior parte di noi non ha alcun interesse né a pagare, né a ricevere, signor presidente. 
Il contratto a cui siamo assoggettati è incompatibile con un personale specializzato come il nostro
Sono sconcertata che parte della mia indennità di disoccupazione, regolata dall'Inps, a cui attingo per sopravvivere, sia utilizzata per pagare un altro Ente previdenziale.
Sono sconcertata che, pur essendo disoccupata, io debba pagare il 15% della quota , quando i miei colleghi iscritti dal 2004 in poi possono optare per l'1%come quota di solidarietà.
Sono sconcertata, che superati i 5 anni di disoccupazione, io debba essere OBBLIGATA a pagare 2300 euro da disoccupata.
Sono sconcertata che l'unica via di uscita sia la cancellazione dall'Ordine dei Farmacisti, per non essere vittime di Equitalia, in caso di mancato pagamento. E' questo che dovrò fare a breve.
Certo, signor presidente, vittime di Equitalia, ecco la fine di un professionista e di una professione.
Dott.ssa Monica Canciani


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