venerdì 27 febbraio 2015

MARO' - IL PROBLEMA SIAMO NOI, NON GLI INDIANI





Caro Giordano, tempo fa, davanti all'ingresso dell'Accademia Navale di Livorno, si è svolta una manifestazione per la liberazione dei marò.
Dopo alcuni minuti è stato chiuso il cancello di ingresso e «a protezione dell'Accademia» è arrivata un'auto dei carabinieri. Sempre in Accademia Navale, con recenti disposizioni, è stato vietato ai parenti dei decorati al valor militare della Seconda guerra mondiale di fregiarsi delle medaglie. In questi giorni, dopo tre anni dalla incarcerazione dei due marinai, qualche buon italiano ha messo alcune coccarde gialle sui lampioni e sui portoni all'interno dell'Accademia, non sono state gradite e sono state rimosse. Il problema sono gli italiani, non gli indiani.
Alessandro Orsini - Livorno
Sì, lo penso anch'io, caro Orsini. Lei crede che gli Statì Uniti avrebbero mai accettato questo supplizio infinito, con rinvii e controrinvii dei processi? Pensa che avrebbero lasciato per tre anni due loro soldati in terra straniera? Pensa che non avrebbero organizzato un'azione di recupero, un volo spettacolare degli Apache o una missione di Navy Seals per riportarli a casa? E pensa che, se fossero tornati dalle loro famiglie per il Natale, glieli avrebbero poi rispediti indietro come un pacco non desiderato? Ha ragione: U problema non sono gli indiani. Il problema sono gli italiani. Il problema è il nostro rapporto, mai risolto, con le forze armate. Non siamo capaci di difendere i nostri marò per lo stesso motivo per cui gli ammiragli della nostra Marina vanno in giro a parlare come se fossero i capi dell'organizzazione del Buon Samaritano e poi mandano i loro militari disarmati nelle braccia dei terroristi (caso della motovedetta). Questo Paese è stato intontito a suon di falso pacifismo, antimilitarismo, buonismo d'accatto. Per anni chi diceva di stare dalla parte dell'esercito era sospettato di filo-golpismo, tendenza colonnelli della Grecia. Parlare di patria era vietato. La difesa dei confini era affidata alle marce della pace con la bandiera arcobaleno e guai a dire che se un nemico ti attacca, tu puoi essere il più buono del mondo, ma hai solo due possibilità: o rispondere a modo o soccombere. Non l'hanno mai capita, non la vogliono capire. E dunque ora paghiamo il conto di questa prolungata follia culturale. Diciamolo chiaramente: non abbiamo mai difeso i marò come avremmo dovuto perché, in fondo, una parte rilevante di questo Paese si vergogna di chi veste una divisa e rischia la vita per difenderci. È difficile da ammettere, ma è così. 

Posta prioritaria - di Mario Giordano - Venerdì 27 febbraio 2015

fonte: http://www.ilbenecomunenewsletter.it 

 

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