giovedì 4 maggio 2017

Oggi rassegna-stampa. Su Gentiloni, Soros, Renzi…


Un po’ di  ripasso, su altri giornali e media,  per capire la  politica che il governo Gentiloni fa con Georges Soros.

I potentati finanziari designano Gentiloni per proseguire l’opera di spoliazione ed invasione dell’Italia

Di  Luciano Lago, Controinformazione, Dic 13, 2016
“…Il nome di Gentiloni è stato suggerito [ come sostituto di Renzi, ndr.]  dai potentati finanziari, da Bruxelles e da Washington come persona di provata fedeltà alle centrali di potere sovranazionale che dirigono il sistema Italia. […]   il “conte” (è)  un grande entusiasta della subalternità alla oligarchia europea di Bruxelles tanto da dichiarare la “necessità di consegnare ogni sovranità dello Stato Italiano a beneficio dell’Unione Europea”.
“…Gentiloni è noto per essere un fedele esecutore delle politiche dettate da Washington, tanto da ripetere a pappagallo tutti i dispacci inviati dal Dipartimento di Stato USA, senza mai discostarsi di un millimetro dalla linea di Washington: ad esempio sulla questione delle sanzioni alla Russia e sulle politiche di provocazione della NATO con le concentrazioni di truppe ed esercitazioni alle frontiere russe. Fu lo stesso Gentiloni a dichiararsi a favore dell’invio di militari italiani in Lettonia a seguito dei reparti NATO.
“Scrivevamo nel 2015: “… l’Italia, (…)  in ossequio alle direttive del Dipartimento di Stato USA, partecipa alle sanzioni contro la Siria, negando anche la fornitura di medicinali e generi di necessità alla popolazione siriana stremata da quasi 5 anni di conflitto. Lo stesso governo italiano partecipa all’embargo contro lo Yemen, per consentire alle forze degli “amici” sauditi di massacrare meglio la popolazione locale”.

E’ GEORGE SOROS A FINANZIARE L’INVASIONE AFRICANA DELL’ITALIA. ECCO NOMI, ORGANIZZAZIONI, NAVI E PIANI CRIMINALI

Finalmente anche alcune testate giornalistiche si accorgono di chi si trova dietro il piano di invasione dell’Italia, chi lo finanzia, chi lo favorisce e quali sono gli interessi che sono collegati all’immigrazione clandestina.
Le principali ONG impegnate nel traffico di africani verso l’Italia sono: Moas, Jugend Rettet, Stichting Bootvluchting, Médecins sans frontières, Save the children, Proactiva Open Arms, Sea-Watch.org, Sea-Eye, Life boat.
Il principale finanziatore di questa galassia di organizzazioni che riversano orde immani di africani in Italia è la Open Society di George Soros. A queste ONG Soros ha promesso – e quindi iniziato a “donare” –500 milioni di dollari per organizzare l’arrivo dei migranti africani in Italia e dall’Italia in altre nazioni europee.
Il primo a svelare questo retroscena è stato il capo di Frontex, Fabrice Leggeri che ha denunciato il fatto che le navi di queste ONG finanziate da Soros carichino a bordi gli africani sempre più vicino alle coste libiche, spiegando come questo comportamento criminale incoraggi i trafficanti a stiparli su barche inadatte al mare con rifornimenti di acqua e carburante sempre più scarsi rispetto al passato.
Le navi impegnate in questo traffico di africani verso l’Italia sono: il Topaz Responder da 51 metri del Moas, il Bourbon Argos di Msf e l’MS di Sea Eye. I costi altissimi di gestione di queste grosse navi sono coperti totalmente dai finanziamenti di Soros.
è una flotta di navi fantasma. Battono bandiera panamense la Golfo azzurro, della Boat Refugee Foundation olandese e la Dignity 1, di Medici senza frontiere.
Batte bandiera del Belize il Phoenix, di Moas, e bandiera delle isole Marshall il Topaz 1, sempre di Moas. Tra le ONG che gestiscono questa flotta fantasma c’è la tedesca Sea Watch armatrice di due di queste navi. E la Sea Watch dichiara di agire per il presunto diritto alla libertà di movimento (di chiunque senza rispettare la sovranità delle nazioni come l’Italia) e di non accettare alcuna distinzione tra profughi e clandestini senza alcun diritto in base alle leggi internazionali di accoglienza.


George Soros: il nemico dei governi dell’Europa orientale

MARZO 5, 2017 2 COMMENTI

Dopo l’Ungheria di Viktor Orban, un secondo Stato dell’Unione europea addita George Soros e i suoi fondi, accusandolo di organizzare proteste antigovernative e tentativi di destabilizzazione del Paese. Il capo del partito al governo ed ex-primo ministro della Romania, Liviu Dragnea, noto per la politica economica nazionale indipendente, chiama i capi delle proteste di piazza “agenti di Soros” (1).
[…] La funzionaria a capo delle comunicazioni dell’Open Society Foundation, Laura Silber, non nasconde la propria azione. “La società civile svolge un ruolo importante nel responsabilizzare i governi e rafforzare le democrazie; siamo orgogliosi di sostenere le organizzazioni che lavorano per migliorare la vita delle persone“, spiegava Silber. (2) Come Balkan Insight conclude, l’Open Society Foundations è onorata di finanziare chi lavora per creare una vita migliore per le persone nella regione. E se qualcuno avesse dubbi sul fatto che “le proteste” siano spontaneamente inscenate dalla gente, l’istantanea di seguito prova la straordinaria organizzazione dei partecipanti:

“Soros è persona non gradita presso alcuni governi dell’Europa orientale. Szilard Nemeth, vicepresidente del partito al governo ungherese Fidesz, aveva detto a gennaio che il Paese avrebbe usato “tutti gli strumenti a disposizione” per “spazzare via” le ONG finanziate dal finanziere ebreo di origine ungherese che “serve i capitalisti globali e sostiene la correttezza politica contro i governi nazionali”. (3) Gli ungheresi non sono i primi. Il primo ministro macedone Nikola Gruevskij annunciava la “de-sorosizzazione” dello Stato (4), dicendo che “Se non fosse stato per George Soros e tutti i milioni che versa in Macedonia all’intera rete di organizzazioni non governative, media, politici, di dentro e di fuori… l’economia sarebbe più forte e avremmo altri nuovi posti di lavoro” (5).Soros è stato accusato d’interferire negli interessi nazionali anche in Albania, Bulgaria, Croazia, Serbia e Polonia. La sua attività sarebbe uno dei motivi dei recenti sconvolgimenti politici in Romania, però. Il Partito Socialdemocratico al potere (PSD) ha perseguito una politica economica indipendente prima e dopo l’elezione di dicembre. Oltre ad abbassare le tasse (non pienamente recepite dall’UE, ma che hanno avuto un impatto economico positivo nel Paese), il governo rumeno ha approvato una legge che richiede che il 51% di prodotti come carne, verdure, frutta, uova, prodotti caseari e pane venduti nei supermercati, provenga da produttori locali. Agendo su pressione della lobby francese (6), la Commissione europea ha aperto procedure d’infrazione contro la Romania per la legge sulla vendita alimentare al dettaglio, per violazione della libertà di circolazione delle merci. (7)
La spaccatura in Europa tra Paesi occidentali e orientali si approfondisce ad ogni tentativo politico di Bruxelles di risolvere i problemi attuali”.

GIA’ NEL 2010 RENZI FACEVA AFFARI CON SOROS

“…Prende forma il progetto Smart dissident a Firenze. La fondazione Soros ha accettato di aderire al gruppo di lavoro per creare «case rifugio» per i blogger dissidenti. Ventiquattro attivisti, giornalisti del web, che non possono più vivere nei paesi di provenienza perché perseguitati, abiteranno alle Murate, dal 2011. L’Open society institute & Soros Foundation, «braccio armato» del discusso finanziere Soros, negli anni ha finanziato molte associazioni e gruppi indipendenti che lottavano contro i regimi: tra i primi, Solidarnosc in Polonia e il movimento che ha portato alla «rivoluzione delle rose» in Georgia. E ora la fondazione, per bocca del presidente Aryeh Neier, ha accettato di partecipare alla creazione di questo centro. Non è l’unico accordo stretto in questo senso durante la visita della delegazione fiorentina capitanata dal sindaco Matteo Renzi negli Usa. «Alla Georgetown University abbiamo incontrato Evgenij Morozov, uno dei massimi esperti del rapporto tra internet, libertà di espressione e dissidenti in rete», dice l’assessore alla cultura del Comune di Firenze Giuliano da Empoli. Morozov, che oltre ad essere dirigente Yahoo! e docente alla Georgetown scrive per l’Herald tribune e tiene uno dei più seguiti blog centrati sull’influenza di internet nelle politiche mondiali, «ci ha dato la sua disponibilità a collaborare».
IL PROGETTO SMART DISSIDENTS – Il progetto Smart Dissident si costruirà in due tappe: «Un primo appuntamento a maggio, a Firenze, del gruppo di lavoro per mettere in piedi l’operazione. In autunno ci sarà un grande raduno di blogger dissidenti da tutto il mondo». Nel 2011, aprirà la residenza: ma non sarà un «ostello — giura da Empoli — vogliamo farne un centro di informazione e scambio di esperienze», aperto alla città. Nella visita newyorchese, gli altri appuntamenti (tranne un’improvvisata cena con alcuni dirigenti della sede Rai, assieme al presidente della tv pubblica Paolo Garimberti) sono tornati a dedicarsi all’anno Vespucciano. In attesa che il governo sdogani la legge per celebrare il cinquecentesimo anniversario della morte del navigatore fiorentino, c’è da trovare possibili canali di finanziamento: anche perché il provvedimento dell’esecutivo riguarderà più la parte «normativa» che l’arrivo di fondi speciali: forse un commissario, come è successo per analoghe iniziative in passato, che possa agevolare le varie operazioni da compiere, norme e poteri maggiori all’amministrazione, lo snellimento delle procedure. Per i fondi si potrebbe pensare a una fondazione o utilizzare lo stesso meccanismo del Capodanno: le sponsorizzazioni per coprire i costi dei singoli eventi. In attesa di capire come fare, la delegazione fiorentina a New York si concentra sulla creazione di relazioni e rapporti. Come l’incontro con il rabbino capo della città della mela, rav Schneier, con il quale Renzi ha parlato anche dell’illuminazione della Sinagoga fiorentina, prima di un incontro con altri esponenti della comunità. È probabile che il sindaco Renzi attribuisca a Schneier, che in passato ha collaborato con la comunità ebraica fiorentina, un riconoscimento della città”


(Tra le opere a cui Soros ha collaborato):



Scontro tra Usa e Albania, dietro alle quinte c’è Soros?

Le istituzioni albanesi accusano l’ambasciatore Usa di essere un agente di Soros e di voler condizionare la politica albanese.

“…La procura albanese accusa l’ambasciatore Usa di aver ricattato le istituzioni, anche mediante la revoca dei visti, affinché alcune indagini su irregolarità commesse da alcune imprese fossero chiuse.
“…la nota evidenzia come il comportamento dell’ambasciatore sia “molto simile” alle strategie di George Soros per condizionare l’opinione pubblica e svilire il ruolo delle istituzioni.


Macedonia di Soros


Il blog di Giampaolo Rossi, 4 aprile  2017

UN PERFETTO LABORATORIO
La Repubblica di Macedonia è grande più o meno come la Sicilia ed ha la metà dei suoi abitanti. […] Eppure, da qualche anno, questa piccola nazione d’Europa, è uno dei laboratori delle più avanzate tecniche di “Rivoluzione colorata” che George Soros ha messo in piedi per i suoi esperimenti “democratici”.

“Il 27 Febbraio del 2012 la Open Society di George Soros ha stipulato un accordo con il Governo degli Stati Uniti, di oltre 2,5 milioni di dollari per realizzare in Macedonia il Civil Society Project, il piano di democratizzazione della piccola nazione balcanica attraverso una serie di Ong e associazioni macedoni. Nel 2014, l’accordo è stato ampliato ad altre quattro organizzazioni civili (tutte connesse con la Open Society o finanziate da essa), per un investimento complessivo di 5 milioni di dollari da parte dell’Usaid e 500 mila dollari della stessa Fondazione di Soros.
I dati, le cifre, le associazioni e le attività svolte, sono pubblicati in un Rapporto molto preciso redatto da un gruppo di giornalisti macedoni raccolti sotto la sigla “STOP SOROS“; rapporto che denuncia la collusione tra il governo americano e il finanziere illuminato e mostra la complessità delle connessioni e degli intrecci.
[…]  Le organizzazioni che hanno ricevuto i milioni di dollari dal Governo Usa, attraverso l’Open Society, sono  tutte emanazioni del partito di sinistra macedone SDSM (Unione Socialdemocratica Macedonia) derivazione del vecchio Partito Comunista dell’epoca jugoslava; e non è casuale che dal 2015 al 2016 queste organizzazioni coordinate dal SDSM, siano state le protagoniste delle proteste e degli scontri di piazza di quella “Rivoluzione colorata” che ha sconvolto la Macedonia portando alle dimissioni il governo conservatore in carica e alle elezioni anticipate; scontri guidati da leader come Pavle Bogoevski, attivista LGTB (…).
Lo schema Macedonia è molto simile allo schema Ucraina (dove tra l’altro ricordiamo, il ruolo di Soros è ampiamente documentato)
Anche i personaggi sono gli stessi: come Victoria Nuland, la responsabile per le politiche eurasiatiche di Obama, che durante la Rivoluzione colorata si è recata in Macedonia “per incontrare gli attivisti civili ed incoraggiarli a continuare il loro lavoro”esattamente quello che fece durante Maidan.



Montenegro ed ora anche la Macedonia stanno per entrare nella NATO e nell’UE

Dalla foto tratta da una recente conferenza stampa, sono evidenti i segni di affetto popolare sui visi di alcuni esponenti della leadership politica macedone, che ha scelto, contro la volontà popolare, di entrare nella NATO e successivamente nell’UE. In Montenegro è stato appurato che solo il 22 per cento della popolazione era favorevole alla decisione governativa, non si hanno stime precise sulla volontà popolare macedone, ma dal dissenso che emerge nelle vie e nelle piazze fino a sfociare nell’aggressione al Parlamento, è probabile che siano analoghe a quelle montenegrine. Ennesima dimostrazione di come le élite politiche locali siano asservite ad interessi estranei al paese e non rispettino la volontà popolare. Ma è anche la dimostrazione di come i poteri forti Usa (cui sono asserviti quelli europei) non apprendano dall’esperienza e continuino ad interferire nei Balcani, nonostante la Storia abbia sempre rivelato quanto sia pericoloso. Evidentemente gli interessi geopolitici e strategici prevalgono sul buon senso e cercare di sottrarre quelle località dalla sfera di influenza politico culturale russa, vale il rischio di creare forti dissensi sociali fino a sfociare in aspri conflitti tra le diverse componenti etniche (leggasi in tal caso tra albanesi e macedoni, essendo i primi totalmente asserviti e finanziati da USA e UE). Claudio
Cav. Dott. Claudio S. Martinotti Doria, blogger

 La prossima guerra scoppierà nei Balcani?


Justin Raimondo
antiwar.com
Sa Defenza

 


” I Balcani sono di nuovo in ebollizione …replay di un vecchio conflitto che è stato in gran parte dimenticato.
In un’intervista con il magazine Politico edizione europea, il Primo Ministro albanese Edi Rama ha minacciato la guerra se al Kosovo viene negato l’ingresso nell’Unione Europea:
‘Il primo ministro albanese ha dichiarato che l‘unione tra l’Albania e il Kosovo non può essere esclusa in una prospettiva di adesione all’UE dei Balcani occidentali in dissolvenza.’ 
“In un’intervista a Politico … Il primo ministro Edi Rama afferma che l’Europa si troverebbe di fronte ‘un incubo’ se i Balcani ‘impazziscono’,perché l’adesione all’UE è all’ordine del giorno, la regione può diventare un ‘zona grigia in cui gli altri attori hanno più influenza di quanto l’abbia l’Unione europea.'”
Cosa intende Rama con “impazzire”? Suona come una guerra.  E questo potrebbe essere chiaramente il risultato della fusione tra il Kosovo e l’Albania, che Rama sta minacciando. la Serbia può agire rapidamente per garantire la sicurezza della minoranza serba assediata nel Kosovo, in questo caso: la Russia, starebbe accanto a Belgrado, e sosterrebbe i serbi.
La riluttanza della UE di ammettere che sia in Kosovo che in Bosnia sono radicate sfacciate pratiche antidemocratiche di queste due delinquentocrazie, dove la violenza politica, la frode elettorale, e la corruzione sono di routine.
Dal momento che la guerra del Kosovo nel 1999, ha diffuso un  movimento pan-albanese che cerca di creare la “ Grande Albania ” nella regione. Il sostegno rigido al Kosovo per l’indipendenza, l’attacco alla Yugoslavia in quel processo, dagli Stati Uniti che ha attivamente sostenuto questo movimento sia militarmente che politicamente.
Ora sta tornando a perseguitarci, minacciando un replay del conflitto balcanico. In Kosovo, il più grande partito di opposizione è determinata a tenere un referendum sull’unità con l’Albania, nonostante un divieto esplicito di questa opzione nella costituzione del paese. Nella vicina Macedonia, sporadiche attività terroristica da parte dei separatisti albanesi hanno posto una minaccia all’unità del paese. In Bosnia, dove i musulmani dominano lo Stato “multiculturale”, la minoranza serba cerca l’indipendenza . E in Montenegro, fanno richieste di autonomia a fianco di una frangia radicale, che sostiene la “Grande Albania”. Neanche la Grecia è immune, porzioni del suo territorio sono rivendicati dagli albanesi ultranazionalisti. In breve, le minoranze albanesi in tutta la regione – radicalizzati dall’ideologia ultranazionalista – sono un fattore destabilizzante.
“Rama sta minacciando, in effetti, di annettere il Kosovo e creare una “Grande Albania”, una mossa che di certo può innescare un conflitto con la Serbia, (…). Ha detto a Politico che tale unione non è “il mio desiderio, ma una possibile alternativa alla porta chiusa dell’Unione europea.”
Questo è un ricatto: o ci danno l’adesione all’UE o lo spettro della guerra potrà ancora una volta essere sollevato nei Balcani destabilizzati: Come Rama ha ammesso: “L’unico modo per mantenere i Balcani in questa modalità pacifica e cooperativa … è quello di mantenere il percorso aperto dell’UE,
La risposta serba è stata rapida e inequivocabile:
“I funzionari serbi hanno avvertito Venerdì di un’altra guerra nei Balcani, se gli albanesi cercano di formare uno stato congiunto con il Kosovo, nella regione europea stanca della guerra, e l’Occidente non rifiuta un tale piano …. 
“Il Ministro del governo serbo Aleksandar Vulin ha detto che si aspetta che l’UE e la NATO  denuncino tali affermazioni, altrimenti ci potrebbe essere un’altra guerra nei Balcani. 
“Vulin ha detto che una nuova guerra nei Balcani includerebbe anche Macedonia e Montenegro, che hanno grandi popolazioni di etnia albanese.”
Un punto pertinente è stato fatto dal premier serbo Alexsander Vucic, che ha commentato:. “. Se  “ io”  avessi detto che tutti i serbi dovrebbero vivere in uno stesso stato, sarei stato impiccato su un pennone da Bruxelles” Se questo è vero, perché per quest’altro non lo è? Un doppio standard?
“Le potenze occidentali hanno sempre utilizzato gli albanesi come un ariete per limitare l’influenza russa nei Balcani. Questa è stata la vera causa della guerra del Kosovo, e il sostegno occidentale ai bosniaci. […]
“La guerra del Kosovo fa nascere uno stato di gangster in mezzo ai Balcani: il Kosovo è la capitale dell’eroina in Europa, sono i tentacoli della  mafia albanese che raggiungere da Pristina l’estero e penetra in tutti i paesi dell’Europa occidentale
Con entrambi, Albania e Montenegro membri della NATO, le antiche faide dei Balcani potrebbero facilmente richiamare gli Stati Uniti in un rinnovato conflitto. E questo dovrebbe significare un nuovo confronto con la Russia, il protettore storico degli slavi -, che è proprio quello che il Partito della Guerra sta sparando.
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Il  profondo motivo    per cui “la sinistra fa sempre il gioco del grande capitale”:

Maurizio Blondet
 fonte http://www.maurizioblondet.it/oggi-rassegna-stampa-gentiloni-soros-renzi/

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