sabato 3 giugno 2017

Eduardo Galeano spiega il DISTRUTTIVO ruolo del FONDO MONETARIO INTERNAZIONE!

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Tratto da: “Le vene aperte dell’America Latina” di Eduardo Galeano, un libro di cui consigliamo vivamente la lettura per capire i disastri del liberismo e dello sciacallaggio imperialista in giro per il mondo!
Non riguarda solo il passato dell’America Latina, ma pure il presente di tutto il mondo perché è di estrema attualità che fa semplicemente RABBRIVIDIRE!
Roberto de Oliveira Campos, ministro della pianificazione del Governo di Castello Branco dichiarò:
Ovviamente il mondo è disuguale. C’è chi nasce intelligente e chi nasce stupido. C’è chi nasce atleta e chi nasce paralitico. Il mondo è fatto anche di grandi e di piccole imprese. C’è chi muore presto, agli inizi della vita; altri che si trascinano, criminalmente, in una esistenza lunga e inutile. C’è una disuguaglianza di base, fondamentale, nella natura umana, nella condizione delle cose. Neppure il meccanismo del credito sfugge a questa legge. Sostenere che le imprese nazionali debbano avere accesso al credito straniero nella stessa misura delle imprese straniere significa soltanto disconoscere le realtà basilari dell’economia.
Eduardo Galeano risponde alle dichiarazioni del CRIMINALE Roberto de Oliveira Campos e ci spiega il funzionamento delle distruttive azioni del FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE.
Secondo i termini di questo breve ma significativo Manifesto capitalista, la legge della foresta è il codice che regge naturalmente la vita umana e l’ingiustizia non esiste, visto che ciò che noi definiamo ingiustizia è soltanto l’espressione della crudele armonia dell’universo. Pertanto, i paesi poveri sono poveri perché… sono poveri; il destino sta scritto nelle stelle e nasciamo soltanto perché esso si compia: gli uni condannati a obbedire, gli altri destinati a comandare. Gli uni destinati a mettere il collo, e gli altri destinati a mettere la corda. L’autore di siffatti “pensieri” è stato l’artefice della politica del Fondo Monetario Internazionale in Brasile.
Come negli altri paesi dell’America Latina, la pratica attuazione delle ricette del Fondo Monetario Internazionale è servita ai conquistatori stranieri per entrare nella nostra regione calpestando terra bruciata. Dalla fine degli anni ’50, la recessione economica, l’instabilità monetaria, la restrizione totale del credito, la caduta del potere di acquisto del mercato interno hanno contribuito enormemente a distruggere l’industria nazionale e a metterla in ginocchio davanti alle imprese imperialistiche. Con il pretesto di una fantomatica stabilizzazione monetaria, il Fondo Monetario Internazionale, che interessatamente confonde la febbre con la malattia e l’inflazione con la crisi delle strutture, impone all’America Latina una politica che inasprisce gli squilibri invece di attenuarli. Liberalizza il commercio, proibisce i cambi multipli e gli accordi di scambio, costringe a contrarre i crediti interni fino all’asfissia, congela i salari e toglie ogni incentivo all’attività di stato. Si aggiunga a tutto ciò la forte svalutazione delle varie monete, teoricamente tesa a restituire alla moneta il valore reale e a stimolare le esportazioni. In realtà, la svalutazione stimola soltanto la concentrazione interna di capitali a tutto vantaggio delle classi dominanti e favorisce l’assorbimento delle imprese nazionali da parte di quanti giungono d’oltre frontiera con un pugno di dollari nella valigia.
In tutto l’America Latina il sistema produce molto meno di quanto il consumo abbisogni e l’inflazione deriva da questa strutturale impotenza. Il FMI, tuttavia, non affronta le cause dell’insufficiente offerta dell’apparato produttivo, ma si lancia all’attacco delle conseguenze comprimendo ancor più le già ristrette capacità di consumo del mercato interno: in queste terre d’affamati, la colpa dell’inflazione dovrebbe ricadere sulla domanda eccessiva. Ma le ricette del FMI non sono falllite solo per quanto concerne la stabilizzazione e lo sviluppo; hanno anche intensificato lo strangolamento dei paesi dall’esterno, hanno aumentato la miseria delle grandi masse spoliate mettendo a nudo, a sangue vivo, le tensioni sociali, e hanno accelerato il ritmo della denazionalizzazione economica e finanziaria all’insegna dei sacri comandamenti dettati dalla libertà di movimento dei capitali. Gli Stati Uniti, che adottano un ampio sistema protezionistico – tariffe e quote doganali, sussidi interni ecc… – non sono mai stati richiamati o rimproverati dal FMI. Con l’America Latina, invece, questo organismo è stato inflessibile: è sorto proprio per questo. Da quando, nel 1954, il Cile ha accolto la prima delle sue missioni, i consigli del FMI sono dilagati in tutta la regione e oggi la maggior parte dei governi segue ciecamente le loro indicazioni. La cura peggiora le condizioni del malato per imporgli più facilmente la droga dei prestiti e degli investimenti.
Il FMI opera come un ispettore internazionale senza il cui permesso la banca nordamericana non allenta i cordoni della borsa: anche la Banca Mondiale, l’Agenzia Americana per lo Sviluppo Internazionale (AID) e altri filantropici organismi di importanza universale condizionano la concessione dei crediti alla firma delle lettere d’intenti dei governi nei confronti di questa onnipotente organizzazione. Tutti i paesi latinoamericani messi assieme non dispongono neppure della metà dei voti di cui dispongono invece gli Stati Uniti per orientare la politica: in sostanza, il FMI è stato creato per istituzionalizzare il predominio finanziario di Wall Street sull’intero pianeta nel momento in cui, alla fine della seconda guerra mondiale, il dollaro ha assunto l’egemonia come moneta internazionale. Non ha mai tradito il suo padrone.
Certo, la borghesia nazionale latinoamericana, che ha una irresistibile vocazione a vivere di rendita, non ha opposto mai consistenti barriere alla valanga straniera piombata sull’industria, ma è anche certo che le imprese imperialistiche si sono servite di una gamma infinita di metodi di distruzione. Il bombardamento preliminare del FMI ha reso più facile la penetrazione. In questo modo, si sono conquistate aziende industriali con una semplice telefonata, dopo una brusca caduta delle quotazioni della borsa, o in cambio di un po’ d’ossigeno offerto sotto forma di azioni, o in seguito alla richiesta dell’immediato pagamento di debiti contratti per forniture indispensabili o per l’uso di brevetti o di innovazioni tecniche. I debiti, moltiplicati dalla svalutazione monetaria che costringe le imprese locali a pagare una sempre maggior quantità di moneta nazionale per far fronte agli impegni contratti in dollari, si trasformano così in una trappola mortale.
Queste parole scritte oltre quaranta cinque anni fa non vi portano dritti dritti ai giorni nostri in Europa? Grecia, Italia non vi dice nulla? Austerità! Austerità! Austerità! Austerità! E i popoli sono sempre più affamati e poveri.
fonte https://disquisendo.wordpress.com/2017/06/01/eduardo-galeano-spiega-il-distruttivo-ruolo-del-fondo-monetario-internazione/

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